«Una ragazza mi ha chiesto: conosci Bin Laden? Ma è mio fratello! Lui ha mandato me qua!». È il primo settembre del 2011 quando la polizia intercetta una telefonata di Hafiz Muhammad Zulkifal, l’imam della moschea di Zingonia.
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Con l’interlocutore, il «signor Hafiz» - come viene chiamato il pakistano - si vanta di conoscere di persona il capo di Al Qaeda e di essere stato mandato in Italia proprio da lui per fare proseliti per la Jihad.
Da venerdì mattina 24 aprile Zulkifal è in carcere a Bergamo: alle 6 in punto la digos della questura si è presentata alla casa di via Roma a Pognano dove il pakistano, di 42 anni, vive da due settimane con la moglie e i sei figli. Fino all’inizio di marzo aveva abitato a Verdellino, vicino al centro sportivo. Da sette anni Zulkifal è l’imam della moschea che si trova a pianterreno delle torri Athena a Zingonia di Ciserano.
Dietro l’apparenza di una vita tra famiglia e attività alla moschea - che frequentava quotidianamente (l’ultima volta giovedì pomeriggio), in occasione delle preghiere per gli adulti e anche per tenere le lezioni di arabo e di scuola coranica ai bambini -, secondo la Procura di Cagliari e il Servizio centrale antiterrorismo (che ieri ha eseguito in tutta Italia 9 ordini di cattura nell’inchiesta), Zulkifal era a capo di un’organizzazione fondamentalista islamica che si occupava, in Italia, di raccogliere fondi da destinare ad attentati terroristici in Pakistan.